GUIDO KELLER: Personaggio scapigliato, apparteneva ad una famiglia aristocratica milanese di origine elvetica. Nel corso della prima guerra mondiale fu ufficiale pilota delCorpo Aeronautico Militare nella 91ª Squadriglia Aeroplani da Caccia comandata da Francesco Baracca e seppe riunire in sé la caratteristiche di esteta e di uomo d'azione.
Fu fondatore a Fiume del gruppo Yoga - che aveva come simbolo la svastica e la rosa a cinque petali e che fu un gruppo con tendenze esoteriche e naturistiche, fu un fustigatore della frangia reazionaria fiumana (secondo quanto evidenziano gli scritti del gruppo Yoga pubblicati su Unione di spiriti liberi tendenti alla perfezione).
Poiché la svastica a quel tempo era semplicemente il simbolo del carro del sole, comune a molti popoli fin dall'antichità, in perfetto accordo con le tendenze naturistiche, nudismo compreso (secondo Giovanni Comisso), Keller viene ritratto nudo ed abbronzatissimo in diverse foto del tempo (quella in alto a destra lo ritrae, originalmente - e spiritosamente - seduto su un pitale). Era solito dormire seminudo, appollaiato in cima ad un albero assieme alla sua aquilaaddestrata.
Keller fu autore di imprese da corsaro, anche in circostanze spettacolari come quando, mancando i approvvigionamenti a Fiume, razziò un maiale caricandolo sull'aereo. Il peso del maiale sfondò il fondo del velivolo e Keller si trovò a volare con un originale carrello di atterraggio. Keller portava a bordo del suo velivolo un servizio da tè, particolare questo che contribuì ad accrescere la sua fama - voluta - di raffinato dandy.
Volò su Roma per lanciare in segno di dispregio un pitale ed un mazzo di carote su Montecitorio, accompagnati dalla scritta Al Parlamento e al Governo che si regge con la menzogna e la paura, la tangibilità allegorica del Loro valore: fu l'unico legionario di giovane età autorizzato a dare del tu a D'Annunzio, con il quale pare avesse forti affinità caratteriali. Aderì poi al fascismo, anche se i fascisti non si fidarono mai di lui per le sue aspre critiche.
Negli anni venti visse notevoli avventure in Turchia, Germania, Perù, Cile, Cirenaica, Venezuela. Negli ultimi anni abitò ad Ostia, in povertà. Fu amico di Mario de Bernardi e di altri aviatori del tempo.
Morì a trentasette anni, il 9 novembre 1929 nei pressi di Otricoli, in provincia di Terni, vittima di un incidente stradale e venne sepolto accanto a D'Annunzio sul Colle delle Arche del Vittoriale degli italiani.
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